Ignazio Danti, Carta dell'Italia antiqua, 1580 - 1583, affresco, Galleria delle Carte Geografiche, Musei Vaticani
La Galleria delle Carte Geografiche
prende il nome dai quaranta
affreschi di carte topografiche delle
regioni italiane che Papa Gregorio
XIII (1572-1585) vi fece dipingere tra il 1580 e il 1583 sulla base di cartoni disegnati da Ignazio Danti,
uno dei maggiori cosmografi del
tempo. Si tratta del più vasto ciclo
pittorico di figurazioni geografiche
esistente al mondo e di una delle
più straordinarie imprese della fine
del Cinquecento. Dall’ingresso sud della galleria
(opposto all’attuale senso di
visita), il ciclo si dispone secondo
una ideale spartizione che,
immaginando la divisione centrale
della dorsale appenninica, presenta
le carte delle regioni settentrionali
all’inizio della Galleria, quelle
meridionali alla fine, sul lato destro
quelle bagnate dal Mar Ligure e
Tirreno, sulla sinistra quelle lambite
dall’Adriatico. Tutte le regioni sono
rappresentate in prospettiva aerea.
Il ciclo comincia con le due tavole dell’Italia antiqua e dell’Italia nova (cioè l’Italia dell’epoca di Gregorio
XIII), poste l’una di fronte all’altra,
e prosegue con le altre 30 tavole maggiori sui due lati lunghi.tavole di minori dimensioni
la serie sui lati brevi
e rappresentano le maggiori
città
portuali (Genova, Venezia,
Civitavecchia e Ancona) e quattro
isole minori (Corfù, Malta, Tremiti
e Elba).Come l’Italia nova, l’Italia
antiqua si deve all’opera di
restauro di Luca Holstenio (1596-
1661) cui Urbano VIII (1623-
1644) affidò il compito di
ripristinare alcune delle carte
affrescate circa cinquant’anni
prima che già necessitavano di
interventi conservativi.
Il testo della targa celebrativa,
sormontata dalla personificazione
dell’Italia, inizia così: “ L’Italia
che è il primo paese del mondo
chiamata un tempo Esperia,
Ausonia, Enotria, e Saturnia – si
protende dall’occidente estivo
all’oriente invernale, simile ad
una foglia di quercia o meglio ad
una gamba umana”.
Otto tavole di minori dimensioni
concludono la serie sui lati brevi
città portuali (Genova, Venezia,
Civitavecchia e Ancona) e quattro
isole minori (Corfù, Malta, Tremiti
e Elba).Come l’Italia nova, l’Italia
antiqua si deve all’opera di restauro
di Luca Holstenio (1596-1661) cui
Urbano VIII (1623-1644) affidò il
compito di ripristinare alcune delle
carte affrescate circa cinquant’anni
prima che già necessitavano di
interventi conservativi.
Il testo della targa celebrativa,
sormontata dalla personificazione
dell’Italia, inizia così: “ L’Italia che è
il primo paese del mondo chiamata
un tempo Esperia, Ausonia,
Enotria, e Saturnia – si protende
dall’occidente estivo all’oriente
invernale, simile ad una foglia di
quercia o meglio ad una gamba
umana”.